Se a maggio ho visto il mio coinvolgimento emotivo riflettersi sul taccuino, a giugno posso invece intravedere tra le pagine un certo peso lavorativo.
È stato un mese intenso e molto richiedente. Dopo aver disegnato praticamente tutto il giorno (o gestito questioni burocratiche, contrattuali, o altre cose più da ufficio – pur essendo una persona sola eheh) non avevo più molta voglia di disegnare ancora per svago (cosa che invece di solito non mi crea problemi).

Di buono c’è che ho ripreso in mano i ferri da maglia -perché comunque nel tempo libero non si sta ferme, mai.

2 giugno: con sconcerto scopro che il mio taccuino è finito. Frugo nella taschina a soffietto che sta in fondo e trovo un pezzetto di carta spendibile per farci qualche disegno di gatto – il gatto Bernie.

4 giugno: non ho ancora comprato un taccuino nuovo, per cui giro per casa e cerco il pezzetto di carta perfetto. Verde, perché no? Ritraggo un simbolo dell’approssimarsi della fine dell’anno scolastico: lo zaino che nelle sue milletasche nasconde insidie dimenticate lì da chissà quanto tempo,  ormai diventate minacce biologiche.

5 giugno: taccuino nuovo inaugurato con una manifestazione in piazza a sostegno della Palestina. 

7-8 giugno: un addio al nubilato, solo che il 7 eravamo in ammollo e non mi sembrava il caso di ritrarre alcunché, per cui eccoci alla colazione in terrazzo dell’8. 
Che goduria, che relax, che bellezza!

10 giugno (ho scritto lunedì ma evidentemente era martedì): sono asserragliata alla scrivania, ma Dario a fine pomeriggio riesce a convincermi a fare una passeggiata fuori. Il momento della giornata è buono per notare i bei contrasti tra il cielo ancora chiaro e gli alberi già scuri e questo mi fa venire voglia di… fare un disegno, ovviamente. E poi una fuga causa cinghiali.

12 giugno: io qui credo di aver fatto lo sketch più brutto degli ultimi tempi! Ma mi fa ridere per quanto è storto, a cosa stavo pensando quando tracciavo queste forme improbabili?!

13 giugno: un importante sapere da trasmettere al mondo.

14 giugno: quando ho pubblicato questa specie di pergamena su Instagram, un paio di persone mi hanno scritto per dirmi che avevano riconosciuto il luogo del pranzo dallo sketch del gestore. Pacca sulla spalla a me, ma anche al gestore che dev’essere abbastanza mitico.

15 giugno: io e il mio complicato rapporto con le penne non di precisione.

19 giugno: la definirei un’esperienza, con un’ora di ritardo e un vicino di posto australiano che non ha taciuto un istante, passando da argomenti come la critica agli scioperi dei treni in Italia (signore, please…) al diabete, a chiedermi quali popoli fossero presenti in Italia prima dei romani ai serpenti velenosi, eccetera. 
Certo che la rifarei.

20 giugno: manuale di tuffi con trampolino umano.

22 giugno: sketch fatto con la mano che tremava dall’emozione – e dalla fretta di finire perché mancava poco all’arrivo del fotografo. 

23 giugno: focaccina a bordo di un treno adorabile che fa TUTTE TUTTE le fermate appenniniche, e che mi riporta a Bologna.

25 giugno: scarpe.

26 giugno: il mio comodino, dal letto, prima di squagliarmi nel sonno.

28 giugno: un macaone.

29 giugno: altre scarpe, stavolta non da buttare, ma per celebrare. 

30 giugno: ancora insetti (esuvia di). Perché? Perché li adoro, mi affascinano, vorrei disegnarli sempre e imparare tutto su di loro. In questa puntata: le cicale, che passano gran parte della loro vita sottoterra (anche qualche anno, per arrivare ai 17 anni di una specie in particolare!) per poi uscirne scavando, arrampicarsi faticosamente su una qualche superficie verticale e mutare, passando da bacarozzi con zampone scavatrici a insetti casinisti con le ali.  

Questo mio amore per il mondo degli artropodi l’ho esplicitato in un fumetto breve di diversi anni fa che si intitola Pupe, e si può leggere qui .

Sono molto soddisfatta di questo giro di boa: le pagine di giugno mi hanno fatto raggiungere il traguardo dei sei mesi di taccuino. 
Naturalmente proseguo, ci vediamo tra un mesetto con le pagine di luglio.

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