Appuntamento numero 4.
Devo dire che la modalità di condivisione “stories di Instagram per gli sketch quotidiani + riepilogone mensile qui sul blog” mi sta piacendo molto: mi aiuta a tenere un buon ritmo, in più mi sento libera di condividere qualche commento scritto – che a volte si evolve e diventa argomento di riflessione. 
Questo mese, in particolare verso la fine, mi sono trovata a fronteggiare il tema delle aspettative
Le Alte Aspettative sono presenti in maniera piuttosto tossica nella mia vita e se da qualche parte sto imparando ad arginarle, nel disegno continuo a caderne vittima. 
Sono infatti convinta che non siano sbagliate del tutto e anzi, che possano dare la spinta per migliorare dove se ne senta il bisogno: probabilmente, però, proprio la mia indulgenza lascia margine sufficiente per permettere loro di crescere e gonfiarsi, col risultato che un ambiente serenamente creativo arriva a inquinarsi di pensieri disfattisti e distruttivi.
Una delle ultime pagine del taccuino porta i segni di questo incipit di tornado che ben conosco, e non voglio che si ripeta: cercherò quindi, da ora in poi, di approcciarmi al disegno quasi quotidiano con curiosità più che con pretesa e difenderò lo spazio di sperimentazione, studio e  divertimento in modo che resti tale; terrò invece le Alte Aspettative per le commissioni – così posso aggiungere in fattura un sovrapprezzo che includa l’inevitabile sbroccamento selvaggio). 

2 aprile: per quanto possa sembrare strano, mi sono trovata a disegnare delle chiavi inglesi.

5 aprile: mi è sembrato opportuno celebrare l’arrivo dei primi frutti e di alcune verdure primaverili con (una bella spesa abbondante e) una moltitudine di ritratti colorati ad acquerello. Ci ho messo diverse ore a  disegnare tutti gli acquisti fatti (e anche a riordinarli), ma mi è proprio piaciuto!

7-12 aprile: una settimana scomparsa dai radar (e dal taccuino) per colpa di una sinusite ostinata. 

12 aprile: il brufen mi ha aiutata a uscire finalmente di casa, con destinazione Entomodena. È una mostra mercato di entomologia & affini e anche se in casa la definiamo affettuosamente come “la fiera degli insetti”, in realtà c’è di più: altri artropodi, ad esempio (ragni, serpenti, scorpioni e zanzare -giusto per fare la gag e riprendere una filastrocca che ricorderà bene chi, come me, ha visto “Robin Hood” svariate dozzine di volte,  ma in realtà i serpenti non ci sono; tutto il resto, sì), qualche gasteropode, più minerali, piante acquatiche e conchiglie; ci sono foto, laboratori, attrezzature, esemplari vivi e non.
Data la mia passione per gli esseri a sei zampe e oltre, ci vado sempre volentieri e questa volta non sono tornata a mani vuote <3.

14 aprile: la nuova casa degli stecchini che abbiamo adottato.

15 aprile: demo per un laboratorio alle elementari (regola aurea: caos fuori dal taccuino = caos dentro al taccuino).

16 aprile: il CROK è il suono peggiore che si possa sentire (sentire in senso lato, non solo come suono ma anche come feeling) mentre si cammina per strada.

18 aprile: quando posso permettermi di non viaggiare leggera faccio borse e borsette tutte divise per senso logico: i vestiti, il divertimento, la borsa vera, la borsa supplementare…

19 e 20 aprile: ho visto più dolci in questi giorni che in tutto l’anno. Tutti buonissimi. Adoro i dolci con i granini dentro, tipo la pastiera e le torte di riso e pasqua è decisamente il loro trionfo. 

20 aprile: letture e pigiamini <3.

21 aprile: il teatro di un disastro (poi mi sono calmata, ma mica subito). 
Insomma, mentre disegnavo il sole è tramontato e la luce differente ha mandato all’aria tutto il disegno: il ramo in primo piano inizialmente era colpito dal sole, poi è andato completamente in ombra e così, presa dal panico, ho cominciato ad aggiungere dettagli per tentare di separare i piani e dare profondità, visto che mi erano saltati tutti i riferimenti di ombre e luci che avevo già impostato… ma questo non ha fatto altro che appiattire il disegno.
Io vedevo una cosa e il taccuino me ne restituiva un’altra, tutta sbagliata.

La conclusione che ho tratto, dopo averne parlato per ore, è che non sempre si può disegnare quello che si vede con assoluta esattezza e fedeltà: a volte bisogna anche prendersi qualche licenza poetica e scegliere cosa raccontare.

Magra consolazione.

22 aprile: in affamata attesa, mentre facevo la guardia alle bici.

23 aprile, fiorellini.

26 aprile: la spiaggia non è ancora pettinata per le grandi occasioni, ne ho approfittato per vivisezionare (visivamente e materialmente) quello che porta il mare.

Dalla vacanza mi sono portata via anche questo tovagliolino (appiccicato sul taccuino, fedele al mio passato da imbrattatrice di Smemo): gelato dimenticabile, ma mascotte incredibile (“È quella da sempre”, mi dice Dario).

27 aprile: finiti.

28 aprile. Da qui si può desumere la mia età, come si fa coi tronchi degli alberi quando li tagli: gli anelli concentrici sono le sigle dei cartoni animati, al centro trovi quelli sedimentati meglio nella memoria.
A parte le citazioni di cultura pop, il libro mi sta piacendo molto.

E poi qui è dove ho litigato con la tazza, che non mi riusciva, e ho deciso che avrei disegnato un fantastilione di TAZZE per farmi passare queste indecisioni.

29 aprile: mi ero ripromessa di disegnare altre tazze, perché non ero soddisfatta della mia sintesi, ma ho preferito dare la precedenza alla bellissima colomba e l’ho ritratta prima che venisse smembrata e divorata. Era una faccenda urgente. 

30 aprile: avevo detto tazze. 

Aprile è stato turbolento a livello artistico e di ricerca personale. Forse per farsi perdonare, è stato anche ricco di cibo.

Vediamo quali litigi mi porterà Maggio…! 

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